Prendo spunto da un post di Leonardo Romanelli sul suo Quintoquarto di qualche giorno fa, per parlare del libro “Ode al vino e altre odi elementari” di Pablo Neruda, una raccolta di poesie che adoro, e di cui custodisco una copia qui da ‘ino, che se volete potete tranquillamente consultare, anzi ve lo consiglio proprio…
come dice nella prefazione, una poesia all’insegna delle cose che circondano l’uomo, cose anche minuscole ma sempre essenziali al punto che, vivendo con esse, il nostro sguardo sembra non rendersi ormai conto del loro insostituibile valore.
Una poesia riportata all’anima delle cose.
Il vino, “stellato figlio della terra, il pane, “miracolo ripetuto”, la patata, “rosa bianca interrata” il pomodoro, “sole fresco e profondo”, ed altri ancora.
Da “Ode al vino”:
…Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa,
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita…
Pablo Neruda